Remondina ricorda Andria. "Bellissima gente, campo bollente. Sarà dura"
25-11-2011 12:03 - News Generiche
Mi ritorni in mente, cantavano i riccioli di Battisti. Era il 1970. Oggi Gianmarco Remondina fa lo stesso, ricordando quell´unico anno passato in Puglia, proprio ad Andria.
"Era la stagione ´87-´88 e nella società era appena entrata la famiglia Fuzio - racconta -, grandissime persone e grandi dirigenti. Non vincemmo il campionato, ma finimmo terzi dietro a Perugia e al Casarano di Giorgio Veneri. Facemmo un ottimo campionato di C2, stavo benissimo lì". Un addio forzato. "In quegli anni mio padre aveva problemi di salute - ricorda Remondina - e così decisi che a fine stagione mi sarei avvicinato a casa. Scelsi il Lecco. Ma ci rimasi male, perché mi trovavo davvero bene ad Andria, ho ancora delle impressioni bellissime della città, della gente". Anche la moglie stava bene, giocatrice e allenatrice di tennis, lì aveva trovato un posto sereno dove andare di rovescio.
"E´ stato tanto tempo fa - chiosa il mister - ma la stessa passione so che è rimasta: ci aspetta un campo difficilissimo, caldo, con 4 mila persone pronte ad incitare la squadra ad ogni tocco di pallone. Per loro il calcio è tutto e lo dimostreranno. Un pubblico unico che rischia però di condizionare. I miei ragazzi sono abituati, ma glielo ricorderò lo stesso...". Poi l´ultimo ricordo, prima dell´allenamento pomeridiano. "Oltre alla gente, è di certo la dirigenza Fuzio, che fece benissimo per anni portando la squadra in B. E poi gli amici che là ho lasciato". E che chissà, magari domenica ritroverà.
"Era la stagione ´87-´88 e nella società era appena entrata la famiglia Fuzio - racconta -, grandissime persone e grandi dirigenti. Non vincemmo il campionato, ma finimmo terzi dietro a Perugia e al Casarano di Giorgio Veneri. Facemmo un ottimo campionato di C2, stavo benissimo lì". Un addio forzato. "In quegli anni mio padre aveva problemi di salute - ricorda Remondina - e così decisi che a fine stagione mi sarei avvicinato a casa. Scelsi il Lecco. Ma ci rimasi male, perché mi trovavo davvero bene ad Andria, ho ancora delle impressioni bellissime della città, della gente". Anche la moglie stava bene, giocatrice e allenatrice di tennis, lì aveva trovato un posto sereno dove andare di rovescio.
"E´ stato tanto tempo fa - chiosa il mister - ma la stessa passione so che è rimasta: ci aspetta un campo difficilissimo, caldo, con 4 mila persone pronte ad incitare la squadra ad ogni tocco di pallone. Per loro il calcio è tutto e lo dimostreranno. Un pubblico unico che rischia però di condizionare. I miei ragazzi sono abituati, ma glielo ricorderò lo stesso...". Poi l´ultimo ricordo, prima dell´allenamento pomeridiano. "Oltre alla gente, è di certo la dirigenza Fuzio, che fece benissimo per anni portando la squadra in B. E poi gli amici che là ho lasciato". E che chissà, magari domenica ritroverà.
Fonte: Ufficio Stampa